sabato 5 novembre 2011

Discorso di un lavoratore a un medico

Noi lo sappiamo che cos'è che ci ammala!

Quando siamo malati, sentiamo dire

che chi ci guarirà sei tu.

Per dieci anni, sembra, in belle scuole

costruite a spese del popolo hai imparato

a guarire e per la tua scienza

hai speso un patrimonio.

Dunque devi saper guarire.

Sai guarire?

Quando veniamo da te

ci strappiamo di dosso i nostri cenci

e tu ascolti qua e là sul nostro corpo nudo.

Sulla causa della nostra malattia

un solo sguardo ai nostri cenci ti

direbbe di più. Una stessa causa fa a pezzi

i nostri corpi e i nostri abiti.

Le fitte nelle nostre spalle

vengono, dici, dall'umidità, da cui

viene anche la macchia che abbiamo alla parete.

Dicci allora:

da che viene l'umidità?

Troppo lavoro e troppo poco da mangiare ci fa deboli e magri.

La tua ricetta dichiara:

dovete crescere di peso.

Allora puoi anche dire alla nave

che non deve bagnarsi.

Quanto tempo avrai per noi?

Vediamo: un tappeto in casa tua

costa quanto fare

cinquemila visite.

Probabilmente dici

di essere innocente. La macchia d'umido

sulla parete delle nostre case

non dice nulla di diverso.


Bertolt Brecht, dalle poesie di Svendborg.



un uomo su un pezzo di terra non può costituire reato. "C'hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame" la clandestinità non è reato... far morire la gente di fame e di sete è reato: anzi un abominio, una disumanità di interessi celata dietro "la sicurezza". Più giustizia sociale e rispetto della vita sono la cura. Più democrazia! Questo Pacchetto Sicurezza mi fa schifo: è la Povertà che fa paura, non il morto di fame!

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