domenica 28 settembre 2014

io se sapessi fare qualcosa, farei l'artista

Con intellettuali così, non vinceremo mai. Ricordo Nanni Moretti dire una cosa del genere in merito ai dirigenti della sinistra, una frase passata alla storia per la sua lampante veridicità quanto per la sua precursione nei tempi politici. Tornano alla mente ora che, tutto sommato, si vince. Solo che ci si martella perché si vince coi deputati di destra, poi coi voti di destra, poi con le idee di destra ecc. Proprio nel momento storico in cui la destra non ha deputati compatti, né voti in cascina, né tantomeno idee innovative da proporre. Purtroppo ci sono solo quelle idee là e noi siam qui a ratificare su chi le applica meglio. S'è detto che non si vota più per ideologia e per "partito preso" ma che bisogna guardare i programmi: e cosa vuoi certificare più di questo? la linea d'arrivo è uguale per tutti e bisogna vedere che mi incanta di più col progetto migliore; poi ci si spaura della non-ideologia del tutti-uguali. La verità è che la gente guarda al futuro e all'orizzonte pure quando ha fame, anzi soprattutto, e ad oggi abbiamo tutti lo stesso orizzonte, la stessa ideologia, lo stesso punto d'arrivo e ci distingue solo il percorso. Quando non hai di che mangiare, non c'è più lavoro, non c'è più decoro (citando Dalla), la persona comune guarda al futuro perché vive in una società capitalista, dove la speranza è la forza motrice dell'universo. Ci si muove per andare da qualche parte, se qui sto male mi impegno per andare lì, per arrivare da qualche parte che non sia qui insomma, per poter stare meglio nel mondo e nella società delle opportunità per tutti (per tutti i maschi eterosessuali, ovviamente). Ce la dovrebbero togliere questa speranza di vivere meglio, sennò c'imbriglia sempre! ma non è questo il tema. 
Il tema era che con questi intellettuali qui, caro Nanni, non vinceremo mai. Quelli un po' moralisti, radicali, quelli che duri e puri che si sentono un po' meglio. Il giovane comunista che no: io ad italiasgotalent non ci vado, chè io sono contro. Quel grande artistadisinistra che no: io a sanremo non ci vado, chè non condivido. Ci vuole coerenza, io sono di sinistra più sinistra de te, mica so del pd, che vado a icsfactor. Quelli che poi se a sanremo ci va l'artista sarebbero in grado pure di rinnegarlo! in ambito musicale anzi si è talmente tanto coerentintransigenti che pure se vendi molti dischi, non ti seguono più! La sindrome dello sfigato, del minoritario, della nicchia, del sentirsi meglio e speciale, del sentirsi superiore perché la cultura è preziosa quando è di pochi, però io sono artista per sensibilizzare. Le cose fini non le capiscono tutti e io faccio roba di nicchia e sono soddisfatto perché la verità è che l'italia è un paese troppo italiano, per citare stanis larochelle. Vogliamo dirlo, bello di mamma? non vali quasi un cazzo se non ti capisce quasi nessuno! perché vendere molto non significa essere bravi, ma essere bravi significa vendere molto. Sono sempre stato orgoglioso di quei gruppetti di peracottari che mi ascoltavo io quando non erano poco più che nessuno e poi son diventati molto famosi. E non sono mai stato per la teoria che gli articolo31 erano fichi finché non si sono venduti e poi Ax è pure andato a xfactor e pure morgan è una merda e un venduto e ci confonde perché prima fa l'elettronica, poi dopo mi fa deandré e poi va a fare il giudice ad un talentmerda. Smettiamola di essere dei rosiconi dei successi degli altri, artisti aspiranti intellettuali falliti. Basta! Perché se ai talent non ci andate voi bravi ragazzi che ci mettete un bel messaggio dietro lo show, perché so politica non la fa chi ha un metodo diverso e un contenuto innovativo, perché se a sanremo ci va solo povia, il grande pubblico fruitore della cultura solo tramite tv, potrà conoscere solo quei valori lì. Onestamente: pretendete che un compagno muratore, un compagno pescatore, un compagno contadino, dopo 12 ore di lavoro vada a teatro? pretendete che esca di casa l'inverno col freddo a vedervi esibire per il sol dell'avvenire delle vostre lucenti carriere? pretendete che baratti quattro ore di paga agricola per tre ore di teatro per lui e la sua signora, che se poi arriva tardi manco lo fanno entrare? siate bòni! almeno una volta la sinistra era contestataria e tirava le uova sulle pellicce, oggi ci lasciano blocco-studentesco fuori dai centri commerciali a contestare l'uscita dell'iphone! Per essere sinistra vera, bisogna andare in mezzo alla gente, per farsi ascoltare non si può supporre che ci vengano a citofonare a casa, ma bisogna andare nei luoghi in cui c'è pubblico e mettersi in gioco, bisogna pur indossare un giacchetto di pelle da maria de filippi, andare a sanremo (se pure con un campionamento di deandré come fece Frankie) e cose del genere. 
Perché la colpa dell'imbarbarimento delle masse è colpa dell'intellettuale che se la tira. Quello che dice: io con te non ci parlo. E l'elettore, il cittadino, il compagno, ascolta quello che gli parla, mica a te che con lui non ci vuoi parlare perché non ti capisce! Ma tu la sai cambiare la ruota della macchina? ma tu le sai le gare le canne dei pomodori? ma tu la sai fare una marmellata? ma tu ci sai stare a catena di montaggio? ma un lavoro ce l'hai? ah, tu sei un'attore?! e vorresti raccontarmi come va il mondo senza sapere nemmeno di che parli? senza conoscere il mondo e schifando l'unico tuo contatto col reale, con chi lo conosce? Ecco: tu sei il problema della sinistra italiana, tu intellettuale che non sai la realtà e quindi non sai interpretarla, tu che non conosci nessuno se non la tua cerchia di scemotti e che non ti abbassi per confrontarti col grande pubblico. Tu che vasco è una merda, che bisio è un venduto, che venditti s'è perso. 
 Poco prima che morisse Berlinguer era ad un comizio verso il pantheon, a Roma. Sul palco c'era il compagno Alvaro Amici che aveva strimpellato un po' di poesia. Ed Enrico gli dice: "ma lo sai che sei proprio bravo?" e Alvaro gli risponde: "io?! perché tu no?". Questa me l'ha raccontata il figlio di Alvaro, Corrado. Che sta un bel po' avvelenato col partito, che è uomo di cultura, suonatore di chitarra e voce possente, senza spartito e senza testo c'ha tutta Roma in testa manco fosse il mestiere suo. Però alle feste ci viene, molto disponibile, racconta storie, ascolta storie, sorride. 
Come disse Nanni Moretti (ed io lo rivolgo a tutti gli intellettuali di sinistra, prima ancora che ai politici) con questi qua "non vinceremo mai, non sanno parlare al cuore, né alla testa, né all'anima della gente. Devono ascoltare, se no non vinceremo mai". Non ascoltano mai, nemmeno sti intellettuali. Non ascoltano più. Ma nel mondo c'è anche tanta gente come me, di quelli che gli afterhours so fichi pure se so andati a sanremo, quelli che vasco gli fa accapponare la pelle pure se riempe gli stadi, quelli che renato zero è un poeta, quelli che alvaro amici è la voce di nessuno, ma della città in sé. A me piace Vendetti e no degregori, che ce posso fa? m'arriva! Mica che non mi arriva deandré (ci tengo un blog dedicato!) ma mi arriva pure vasco! e io credo che se non ti arriva vasco e ti arriva solo denadré, hai una sensibilità in meno. Le sensibilità hanno tutte una stessa dignità: poi c'è a chi ne arriva una sola, c'è chi ne percepisce più d'una. Ecco: all'intellettuale devono arrivare tutte e l'artista le deve sentire tutte. Deve saper guardare con la stessa intensità l'opera e il pop, la tv e il teatro, rimanere estasiato dal giovane virtuoso e capire il popolarissimo artista mondiale. 
 Perciò io credo che la colpa sia di quella sinistra che ha perso il popolo, che non ascolta né vasco né i negramaro, né ligabue né Laura Pusini, né jax né fabbri fibra. La colpa è di chi non guarda sanremo né italia's got talent o x factor. E dell'artista che non ci partecipa. La colpa è di chi non legge Moccia e Fabio Volo. Se non capisci cosa emoziona mezza italia, potrai mai emozionare mezza italia? con quale faccia chiedi il voto e pensi di poter rappresentare un elettore che giudichi abbia la sensibilità di un facocero? La tua risposta è sempre la stessa: perché l'italiani sono un popolo di inetti, senza gusti musicali, che si fanno imbambolare dalla tv, che non leggono giornali o letteratura, che non vanno a teatro. Ma la verità è che sei tu che non capisci tutti e non i tutti che non capiscono te: se scendi dal piedistallo te ne accorgi che il teatro avanguardista c'ha rotto il cazzo. Bisognerebbe avere il coraggio di dire in faccia a certi ragazzi, a certi artisti, a certi politici, a certi professori: "Fai l'artista, te ne freghi, ma in verità è la gente che se frega! ... Sei un artista? E CE LO CACHI CHE SEI UN ARTISTA!"


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