lunedì 4 giugno 2018

I cani e la stella

I cani abbaiavano forte stanotte. Un vero concerto di latrati. Mi sono svegliato alle 5 e mi sono alzato per vedere fuori dalla finestra.
Ho bestemmiato a denti stretti perché erano le 5 e spicci del 4 giugno ed evidentemente pure i cani lo sapevano.
Ma niente. Non c'è niente. Nemmanco i cani.
Anni fa io abitavo da un'altra parte e in questo stesso giorno chiamavo Francesco che abitava qui e che con ogni probabilità alzandosi guardò fuori dalla finestra nel medesimo punto in cui ho guardato io stamane, con gli stessi occhi miei. Chissà che c'era allora.
Niente. Probabilmente nemmeno allora c'era niente. C'era molta più roba dentro, dietro i nostri occhi, piuttosto che fuori, davanti agli occhi. 
Ma ora come allora probabilmente il cane non abbaiava a qualcosa che c'era, ma a quello che non c'è.
Ciao amico mio. Aggiungo stella a stella come sempre, di quelle stelle che alle 5 di mattina del 4 giugno si vedono ancora per gli ultimi minuti, perché si sta per fare giorno. Piccoli brillanti su un vello blu come solo in campagna riesci ancora a vedere. Pochi minuti prima che le stelle muoiano di nuovo, per far posto al sole. Consapevoli che torneranno di nuovo. Ma intanto oggi muoiono, tu le vedi morire ed è un pugno al cuore che lo ferma ogni volta. Certo, c'è il giorno. Certo, torneranno le stelle a farsi visibili ai nostri occhi. Sono sicuro, vivremo per l'eternità. Ma oggi muoiono e sono troppo distanti per accarezzarle.
E avresti molto da inorridire su questo nuovo governo grilloleghista, avresti molto da dire sulla nuova presidenza della Radio, avresti molto da spupazzarti la piccola Bianca e la piccola Alice. I tuoi Flavio e Adriano. Solo la Roma è rimasta quella: sempre zero titoli. Quanto vino verseresti sulle nostre vite cantando, mentre ci arrovelliamo sulle nostre sciocche paure di crescere, da vero suonatore Jones. E noi ci arrangiamo da soli con la chitarra e il vino, le sigarette e la poesia. Gli scappellotti ce li diamo l'un l'altro e proviamo a fare senza i tuoi. Ci è rimasto solo oggi, per essere tristi e piangere mentre abbaiano i cani: era una promessa andare avanti a vivere e perdonaci se la manteniamo a stento.

Continueremo ad abbaiare alle stelle il 4 giugno, alle 5 di mattina, in silenzio, senza che nessuno ci veda. 
I tuoi canetti.


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