sabato 5 novembre 2011

E noi a Gino lo menamo (botte, botte, botte alla manifestazione di Roma del 15 ottobre)

(pubblicata da Marco Lucci il giorno martedì 18 ottobre 2011 alle ore 0.17)


- Della serie: che faccio, io no? una nota la dovevo scrive! -


Chiamala rivoluzione di ottobre o autunno caldo. O più semplicemente spensieratezza giovanile... la semplicità innocente di chi non sa nemmeno cosa pretendere, ma sa che vuole il diritto di poter immaginare e scegliere il proprio destino. Vogliamo solo diventare grandi e smetterla di andare in piazza a giocare a guardia e ladri. Vogliamo pensare ad un lavoro, ad una casa, ad una vita dignitosa. Permettetecelo democraticamente!

Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho saputo, praticamente in diretta tv, dato che non sono potuto andare di persona, di quello che stava accadendo a Roma. Ho letto molto poi, sui giornali e sui blog qua e là, ho ascoltato radio e tv su quanto era accaduto, ho sentito pure i racconti dei praticamente tutti i miei amici che erano lì: ma l’analisi è sempre la solita, per tutti uguale e per tutte le manifestazioni uguali. In genere l’interpretazione facinorosa vuole che c’hanno ragione gli "spacca tutto", le guardie so infami e i manifestanti pacifici o son codardi o son “compagni che sbagliano” (sic!). Spesso collusi col potere (?!?!). Per le menti più sinistroidi benpensanti perbenisti, gli "spacca tutto" sono delinquenti, infiltrati o se si gli va di lusso, come si diceva un tempo per le br o per pl per l'appunto, compagni che sbagliano. Perdonate sia il mio tagliare con l’accetta le due categorie, sia il mio esplicito riferimento agli anni ’70 che troppo spesso riciccia e troppo spesso non c’entra niente. E il mio parallelismo infatti è solo di termini, per giocare, non di situaizioni. Questi Black Bloc, tanto mediaticamente costruiti che ormai si credono pure loro importanti, sono comunque al centro, come lo furono i no global nei '90 e come lo furono i centri sociali negli 80'. Una volta, c’erano gli anarchici, così secco e generico. La terza via interpretativa è quella destrorsa di chi dice ormai da anni che “sono tutti comunisti” ai quali mai si farà percepire alcun distinguo tra pacifici e facinorosi. Vorrebbero ammazzare tutti quelli che rompono una vetrina della banca contro cui imprecano tutti i giorni, ben consci che questo è l'unico modo per abbassare veramente il livello di disoccupazione giovanile. Furbi loro: uccidi tutti i poveri e il mondo sarà di soli ricchi! Sembrano essere questi, spesso il vero interlocutore celato di quegli altri sinistroidi che tanto si sperticano a porre distinguo tra buoni e cattivi. La quarta via di interpretazione non esiste: a me nun me ne frega gnente. Sti ultimi due spesso sono i berluscones.

Poi c’è come la vedo io.

Non sbaglia nessuno ad interpretare il proprio malessere, né quelli che fanno casino, né quelli che passeggiano pacificamente in corteo, né quelli che restano a casa per scelta. Non giustifico mai la violenza, io personalmente, ma certo non sono così sciocco da pensare che la cosa non esista. La violenza esiste, ha un origine sempre e non va ignorata. Alla fine penso che qualsiasi italiano, se si trovasse di fronte qualcuno dei responsabili di questa crisi, un cartone in faccia glielo tirerebbe. Spesso non lo fa perché accusa meno la crisi o semplicemente si contiene. Quelli che accusano parecchio la crisi, non sanno chi siano questi responsabili, quindi cercano di sfogarsi come possono. Spesso spaccano tutto. Stadio, strade, scuole, piazze, cortei, ogni tanto succede qualcosa da qualche parte. Si vabbè, qualche infiltrato c’è, qualche testa di cazzo c’è, per carità chi dice niente, sicuramente. Ma la voglia di spaccare tutto a te venti-trentenne pseudo occupato quando non direttamente disoccupato, non ti viene mai? Non ti viene quando stai sotto scadenza di contratto? Non ti viene quando ti si guasta la macchina o te la sfascia una smart? (ogni riferimento a me o a macchine mie è puramente casuale). Non ti viene quando realizzi che pure che c’hai la ragazza non potrai promettergli niente di bello per chissà quanto ancora? Non ti viene da spaccare tutto quando pensi che tuo padre all’età tua probabilmente già stava meglio di te oggi e aveva un figlio sul groppone? Eddai su! Mica dovete ammetterlo tutti ad alta voce, basta che chiudiate un attimo gli occhi pensando… si: se c’avessi davanti il responsabile dell’annichilimento della mia fantasia, dei miei sogni, della mia possibilità di immaginare il mio futuro, gli darei un cartone in faccia di quelli memorabili. Gli piscerei sul portone, gli rapirei il cane, gli brucerei la macchina finanche. Debbo ammetterlo: se la colpa fosse di uno solo, mi reinventerei novello Gaetano Bresci e farei quello che c’è da fare io stesso! Li capisco tutti questi facinorosi e sto dalla parte loro spesso; sto dalla parte di tutti i sinceri facinorosi che si sentono derubati dal loro ipotetico futuro che non sanno immaginare e perciò sfasciano tutto. Fossero tanti, avrebbero ragione loro, sarebbe la guerra civile e starei dalla parte di loro, di quelli che vogliono il cambiamento. Mi sentirei uno di loro. Certamente però oggi (senza criminalizzare gli altri, bada bene) sto dalla parte di chi spera che deve pur esserci un modo per cambiare le cose, perché le cose vadano diversamente senza che sia necessario che si distrugga tutto. Riassestare il tiro, dev’essere una speranza di sentiero percorribile. Il famoso riformismo, l’agone politico, il “quando tocca a noi sarà difficile ma ce la faremo”. Spero e credo che ancora si possa fare.

Purtroppo i partiti di opposizione non è che ispirino questa smodata fiducia, infatti i voti si perdono e disperdono, tuttavia... Come diremmo se fosse una foto ironica su fb con la faccia di bersani: lo stai facendo male! Se la faccia fosse di casini, ci sarebbe scritto direttamente: epic fail. E così via per tutte le altre facce. I militanti di sel aggrediti perché riconosciuti da sti tizi violenti come establishment pur non stando nemmeno in parlamento, parla chiaro. Siamo tutti una minestra e tutti colpevoli. I partiti come non fossero fatti da persone vere, come fossero enti con vita propria: personificati.

Alla fine i manifestanti pacifici siamo noi, i soliti stronzi militanti di partiti, di associazioni e quant’altro.

I facinorosi invece chi sono? (oltre agli infiltrati e alle teste di cazzo nude e crude). Quelli di noi meno fortunati, più disillusi, più incazzati. Prima o poi perderemo forse anche noi la velleità di cambiare il mondo democraticamente, con le manifestazione pacifiche, con la militanza in qualche associazione e con i nostri comportamenti quotidiani “diversi”. Forse un giorno l’Italia pure farà quella rivoluzione che taglia veramente la testa al re, che fa casino davvero e cambia le cose.

O forse avremo ragione noi, cambieremo questo paese un poco per volta, con l’impegno e la perseveranza e riusciremo a dare speranze e possibilità di un futuro a tutti, perché non ci siano più quelli sfruttati, rinnegati, calpestati e odiati. Perché non ci siano più nostri fratelli figli unici.

Perché se avete deciso che non dobbiamo avere futuro, se non abbiamo nulla a cui tenere, se non abbiamo speranza di poter migliorare il nostro paese, faremo sempre più gesti disperati … chi davvero, chi nei sogni [“ed io contavo i denti ai francobolli”]. Ma tutti aspetteremo o faremo la rivoluzione vera. Perché chi non ha nulla da perdere mette in gioco tutto, perché quel tutto è nulla!

Speriamo di riuscire a farla pacifica sta rivoluzione, di quelle culturali e senza botte.

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