domenica 6 novembre 2011

Com'è profondo il mare - Lucio Dalla

Diciamocelo chiaramente: nessuno di voi si aspettava Lucio Dalla. Zitto zitto cacchio cacchio è una vera bomba! Ovviamente ero tentato di fare Disperato Erotico Stomp, dello stesso album del 1977 (annus memorabilis), ma ho optato per questa, data la folgorazione avvenuta a causa di una fiducia parlamentare, una rivolta dei sensienti e di un fratello inconsapevole.

Siamo noi siamo in tanti
Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Dei linotipisti
Siamo i gatti neri
Siamo i pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare


Siamo in tanti, la maggioranza, quasi tutti; siamo la gente normale paurosa delle piccole cose, delle superstizioni, delle cose che non conosciamo (i linotipisti: quanti di voi sanno che sono in realtà semplici tipografi?), siamo poveri cristi di quelli da chiacchiera di paese, spesso che non arriva a fine mese. Ma la cosa è più profonda di quanto si pensi. Il mare è il pensiero.

Babbo, che eri un gran cacciatore
Di quaglie e di fagiani
Caccia via queste mosche
Che non mi fanno dormire
Che mi fanno arrabbiare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare

Babbo io sono una persona semplice, te che eri cacciatore, caccia via da me questi pensieri inutili, a cui è meglio non pensare, di cui non ne capisco l’utilità e che mi danno rabbia. Pensate all’elettore che non si interessa di politica, lo infastidisce addirittura, ma quando vede certe cose in tv si arrabbia anche senza capire tutte le dinamiche. Anche nella mia semplicità, ho diritto di esistere ed esprimere la mia opinione. sembra un pensiero superficiale, ma in realtà è molto profondo. Come il mare.


E’ inutile
Non c’è più lavoro
Non c’è più decoro
Dio o chi per lui
Sta cercando di dividerci
Di farci del male
Di farci annegare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare

Non c’è più rimasto niente, c’han levato tutto, Dio o chi per lui (era il ’77 …sembra un chiaro riferimento ai democristiani!) ci vuole dividere (“avanti al centro contro gli opposti estremismi!”disse il Dio gucciniano ahaha). Sembra ancora un pensiero sciocco. Qualunquista e ‘antipolitico’ (diremmo oggi), ma tuttavia è profondo.


Con la forza di un ricatto
L’uomo diventò qualcuno
Resuscitò anche i morti
Spalancò prigioni
Bloccò sei treni
Con relativi vagoni
Innalzò per un attimo il povero
Ad un ruolo difficile da mantenere
Poi lo lasciò cadere
A piangere e a urlare
Solo in mezzo al mare
Com’è profondo il mare

Con la forza della manifestazione e dello sciopero (il ricatto del lavoro in cambio di diritti) l’uomo può fare tutto: è il progresso. Gli anni sessanta avvengono veri prodigi grazie alla mobilitazione generale e alla partecipazione cittadina. Il povero si innalzò ad un ruolo difficile da mantenere, quello di essere il centro dell’azione politica. Ma durò poco, presto ci si dimenticò di lui. Tipico. E lo si lasciò in mezzo al mare dei suoi pensieri, della sua emancipazione ormai avvenuta ma non più adeguatamente guidata.


Poi da solo l’urlo
Diventò un tamburo
E il povero come un lampo
Nel cielo sicuro
Cominciò una guerra
Per conquistare
Quello scherzo di terra
Che il suo grande cuore
Doveva coltivare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare

E presto infatti si verificano le guerre tra poveri, ci si litiga per uno spicchio di terra, per la propria egoistica sopravvivenza. E la frantumazione dei movimenti ‘dei poveri’.


Ma la terra
Gli fu portata via
Compresa quella rimasta addosso
Fu scaraventato
In un palazzo,in un fosso
Non ricordo bene
Poi una storia di catene
Bastonate
E chirurgia sperimentale
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare

La terra al povero fu portata via, non gli rimase niente e fu scaraventato senza cura picchiato e incatenato (sembra quasi Mio Fratello è Figlio Unico “sfruttato represso calpestato odiato” di Rino Gaetano dell’anno prima). La riflessione sulla fine che han fatto il ruolo dei poveri nella società…


Intanto un mistico
Forse un’aviatore
Inventò la commozione
E rimise d’accordo tutti
I belli con i brutti
Con qualche danno per i brutti
Che si videro consegnare
Un pezzo di specchio
Così da potersi guardare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare

Poi qualcuno che evidentemente aveva poco a che fare con la terra di cui sopra (il mistico rinuncia ai beni terreni e l’aviatore vola…) si commosse del fatto e rimise tutti d’accordo, ovviamente svantaggiando gli svantaggiati come fan tutti.


Frattanto i pesci
Dai quali discendiamo tutti
Assistettero curiosi
Al dramma collettivo
Di questo mondo
Che a loro indubbiamente
Doveva sembrar cattivo
E cominciarono a pensare
Nel loro grande mare
Com’è profondo il mare
Nel loro grande mare
Com’è profondo il mare

Nel framentre coloro i quali stanno sempre zitti, che secondo me in questo caso sono i bambini, i più giovani ai quali sembrò subito una situazione di ingiustizia totale e dramma collettivo del mondo e fu così che cominciarono a pensare. A scoprire la profondità del pensiero. Del loro pensiero.


E’ chiaro
Che il pensiero dà fastidio
Anche se chi pensa
E’ muto come un pesce
Anzi un pesce
E come pesce è difficile da bloccare
Perchè lo protegge il mare
Com’è profondo il mare

Certo
Chi comanda
Non è disposto a fare distinzioni poetiche
Il pensiero come l’oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
Così stanno umiliando il mare
Così stanno piegando il mare

Queste ultime due meravigliose ultime strofe non hanno bisogno di commenti ed esplicano secondo me tutto il resto della canzone!

1 commento:

CHIEDITI SEMPRE COSA E' BENESSERE