mercoledì 25 gennaio 2012

crisi mia, portati via la meritocrazia!


Molti dicono che il capitalismo è giunto al termine, perdente; ma pochi ammettono che la meritocrazia è perdente. I più strenui difensori di questa barbara pratica, si ostineranno a sostenere che non è mai stata applicata, che la società è deviata ecc.
Ai difensori dell'idea sull'uomo, che abbiamo già molte volte visto difendere tanto il capitalismo quanto il comunismo, vorrei dire: se una società non è in grado di sostenere una certa idea... non vedo perchè debba essere la società ad essere sbagliata anziché l'idea (in genere si dice "perché è fatta di uomini", intendendo dire che l'uomo è 'malvagio' di natura e quindi che è soggetto all'errore). Che una società sia fatta di uomini è il minimo, ma io oserei aggiungere che è fatta PER gli uomini. Quindi ammettiamolo francamente: la meritocrazia è una merda! E' l'idea ad essere inadatta all'uomo.
Mi spiego: la meritocrazia è un prodotto di spersonalizzazione umana prodotta dalla serialità della quotidianità. Fatta su misura per far funzionare la burocrazia che a sua volta è il prodotto del mito dell'efficienza, la standardizzazione delle procedure, l'ottimizzazione dei risultati. Trasformando gli impiegati in macchine stressate. La via di scampo infatti è proprio lo stress, la malattia fisica o 'psi' di cui spesso sentiamo accusare lo "statale". Tutto ciò perché è ormai lampante che il sistema burocratico non funziona: se sei amico mio salti la fila, se non ti conosco aspetti che finisce la mia pausa caffè. Inutile dire che è sbagliato: è così e partiamo da questo. Questo fa dell'uomo un umano, il sentimento, la rete, l'amicizia: la macchina tutto ciò non ce l'ha. Ma l'uomo di oggi rivendica a gran voce le proprie prerogative umane, i sentimenti, le emozioni, ed è per questo che la meritocrazia non funziona e il familismo invece si. E qui arriviamo al dunque.
Pensate il paradosso: mi sono trovato io stesso a 'difendere' in una discussione con amici nientepopodemenoche Berculsoni, dicendo: ma se lui le sue mignottelle le stipendiava con la sua tv privata, ti pare che non l'avrbbe fatto con la rai? a roma si dice che è sempre facile "fa er frocio cor culo dell'artri", ma è proprio il caso di dire che il pover B. questa colpa non ce l'ha! Lui il familismo ce l'ha nel sangue, proprio come tutti gli italiani che di questo familismo non si stupiscono e anzi lo apprezzano, lo comprendono, lo condividono, ne fanno parte! parliamoci chiaro: l'Italia si regge in gran parte sulle spalle di imprese a conduzione familiare che devono necessariamente portare avanti la carretta perché licenziare significa mandare a casa il figlio, il cugino, il nipote; nelle imprese con 10-15 dipendenti, pure quello che non è un parente diretto, è il figlio di un amico e se proprio l'hai assunto a casaccio come si faceva col garzone di bottega gli vuoi bene come un figlio e ci passi i natali insieme! altro che panettone aziendale!
Di questo è fatto l'Italia, questa la sua risorsa: la gente si vuole bene. Capisc'a me, teng' famija (o come dice Frankie Hi-Nrg in Rivoluzione "cambio di programma, annulliamo la rivolta, abbiamo una famiglia e non dev'essere coinvolta").
Ed è questo che piace di noi all'estero. Perché c'è sempre un italiano famoso e intelligente nei pool di studiosi? perché siamo davvero convinti di essere una razza di intelligentoni? è come dire che gli zingari rubano i bambini, suvvia! non credo più a babbonatale! L'italiano riesce per lo stesso motivo per il quale chi esce dalla Sapienza (specchio del paese più di altre Università italiane) è "più preparato". Perché sei preparato ad arrangiarti, le file non ti spaventano, fare amicizia col tipo che fa l'esame con te è d'obbligo se davanti alla porta del prof stai seduto a terra per 12 ore, come fare il simpatico con la signora della segreteria studenti! E' un mondo meritocratico laddove il merito è sapersela cavare da soli contro la burocrazia, la spersonalizzazione che odiamo e non comprendiamo: "da brava signorina, mi faccia il favore, chiuda un occhio" ... e se c'hai il sorriso magggico alla Mandrake (quello di Proietti in Febbre da Cavallo) ci riesci pure! Noi siamo semi anarchici, odiamo lo Stato, vogliamo essere liberi di fare a modo nostro, contare solo su noi stessi con l'aiuto dei 'nostri' e basta. Noi ci crogioliamo nelle nostre piccole 'svolte' quotidiane: sul sito dell'adisu non ci sono le informazioni che mi servono? chiamo l'amico che ci lavora e mi faccio fare la soffita! La tua ragazza ti fa la fiancata della macchiana su un muretto? vai dal "parente" o da quello che fa il prezzo migliore? se hai un parente carrozziere nemmeno li vedi i prezzi degli altri perché sai che ti tratta bene, non ti dà la sòla, ti fa magari lo sconticino ecc... "e chi lo conosce quell'altro!". Il familismo funziona perché le macchine riverniciate male sono di proprietari non-amici del carrozziere. Peggio per te, potevi avere un amico carrozziere! E quando hai un amico che gli serve: "te ce porto io da n'amico mio che te la fa perfetta e te fa spende poco". E giù d'occhiolino. Il carrozziere lo sa che lo 'sponsorizzerai' perché site amici ed è per questo che ti tratta con occhio di riguardo: il carrozziere che va avanti, è quello che ha più amici, che li sa trattare, che diventa amico del nuovo cliente, mica quello più bravo. Che sei il più bravo o il più economico, non importa niente a nessuno: se mi stai antipatico i soldi miei non te li lascio per principio!! Quanto piacere provate nel fare un favore ad un vostro amico? se hai una risorsa, la metti a disposizione dei familiari con piacere! C'hai i camion e tuo nipote deve fare un trasloco "...e che te fai pagà?" stai dietro al banco della posta e il tuo amico s'è sbagliato a compilà foglio "...e che je fai rifà la fila daccapo?" Al contrario se ti sta antipatico, se ha fatto l'arrogante, se non lo conosci, gli fai saltare la fila? "prego, si rimetta in coda!". Per questo ci hanno insegnato a sorridere.
Attenzione ancora: se sei un idraulico e ti serve un ragazzetto, ne prendi uno sconosciuto bravissimo uscito a pieni voti da una scuola professionale con attesatato da termoidraulico, o assumi il figlio di tua sorella, il cugino, il nipote di tua moglie disoccupato, pure se non sa fare niente? Chi di voi non è pronto a giurare che se succedesse una cosa del genere, subito si sentirebbe in giro "guarda quello che invece del nipote disoccupato ha assunto quell'altro tizio" ?? è giusto che se mio padre/zio/amico è elettricista, io faccia il suo mestiere e che "assuma" me: che male c'è? è dall'inizio dei tempi che i figli o i nipoti entrano nella bottega dei padri e che infine la rilevino: e se non c'hai figli, ti fai il garzone di bottega che cresci e che diventa spesso come un figlio!
L'idiozia di questo mondo sta nel pensare che se io questo ragionamento lo faccio con la mia ditta, il mio patrimonio, io poi non lo faccia con le aziende e i soldi pubblici! Dai su, la cosa fa ridere! è credere a babbo natale! pretendiamo davvero che possa accadere? un uomo in una posizione di potere, deve garantire la sua famiglia, perché il giudizio delle sua famiglia e del suo 'paesello' è centomila volte più pressante dell'opinione pubblica nazionale! "Preferisco prende le sanpietrinate alla manifestazione che famme sputà in faccia da mi sorella!" perchè l'opinione pubblica non la conosco, mentre mio nipote si. E' la stessa logica che se il morto è italiano nel mega disastro mondiale, ci preoccupiamo di più (morti 70milioni di persone di cui un italiano, paese a lutto: perché se non c'era l'italiano facevamo festa???); la stessa logica che se l'incidente ce l'ha uno che conosci ti sconvolge di più; la stessa che ci fa dire che l'immigrato che conosci e che ti sta vicino di banco/di casa non è cattivo... so tutti l'altri rumeni/zingari/negri che so stronzi! Conoscendo persone e situazioni, cambiano i sentimenti.
Ora, fondare una società sul presupposto che io non abbia sentimenti e che tratti tutti sul piano del "merito" e non degli affetti, è una antiumanità che non funzionerà mai. E' sciocco anche il solo pensarlo. E sono ipocriti e in malafede coloro che ci hanno illuso che funzionasse così. Che potesse funzionare così.
Mi spingo oltre: sarebbe una società sbagliata, se funzionasse così!
Basta invertire le parole e analizzarle: cos'è sto benedetto 'merito'? chi ha detto che un 110 e lode sia migliore di un 105 ? Tu che leggi: quanti 110 e lode rincoglioniti conosci? quanta saggezza hai trovato in un vecchio contadino con la terza elementare? e infine: chi dà i voti? chi ti dà quel 30 all'esame? quel prof o quel dottore che sta lì perché è "paraculato" da qualche parente? Lui decide se io merito? Il figlio o la moglie del Magnifico Rettore, se fai medicina alla Sapienza?
La verità è che noi i meritevoli di oggi li odiamo: il secchione è da sempre oggetto di scherno perché sa il libro a memoria ma non ha amici! non è socievole! "Dicono che quello traduce dal greco senza vocabolario?" e di rimando: "...ma perché se so estinti i vocabolari di greco e io non l'ho saputo?" o allo stesso modo: "dicono che quello è velocissimo a fa i calcoli a mente?" e la risposta è: "...se so forse estinti i computer?"
Le cose bisogna studiare per capirle e spiegarle al prossimo: se il sapere è fine a se stesso è inutile... cari professori che ci imboccate di nozioni come fossimo vasi... copio il complito in classe dal libro perché non fate altro che chiedermi di RIPETERE quel che c'è scritto su un libro: quando mi chiederete cosa ne penso io, per vedere se ho CAPITO quel che c'è scritto sul libro?
Ma torniamo alla meritocrazia. Vorrei qui dire che il merito oggi premiato, è quello sbagliato. Ci dicono che applicandoci sui libri e sulla formazione, essendo i primi, troveremmo più facilmente lavoro: balle! sai come si trova facilmente lavoro? se oltre a studiare (come i figli del Magnifico alla Sapienza, che comunque son laureati...), hai molti parenti/amici, se stai simpatico, se sei affabile, se sorridi ecc... i meno dotati cerebralmente, esasperano questa dote e sconfinano nel lecchinaggio e nel servilismo (andando avanti ugualmente) ma lì son pure questioni di coscienza e dignità! Nella maggior parte dei casi, vai avanti se sei 'umano', se ti dai da fare, se ci sai fare. Perché è la dote nei confronti della quale capitola qualsiasi datore di lavoro: questo è il vero merito! Le aziende cercano quello "che ci sa fare", oltre ad essere preparato; ma non serve essere il numero uno. Se ci dicessero questo da subito, faremmo molta meno fatica!
Perché io continuerò a portare la macchina dal meccanico amico, a farmi montare il condizionatore dal parente idraulico e mio padre continuerà ad assumere mio cugino nella sua azienda.

Ragazzi, fatevi paraculare anche voi: noi in Italia facciamo così.

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