giovedì 23 gennaio 2014

L'Italicum meglio dell'Italicus

(di legge elettorale, necessità e disastri nazionali)

mi daranno del renziano (di quelli della seconda ora, di quelli più brutti ovviamente) ma è necessario che venga detto: le preferenze sulla scheda elettorale sono una barbarie da basso impero, per foraggiatori di corruzione. Il sistema delle parlamentarie obbligatorie e dei collegi piccoli funziona molto meglio. Può dire il contrario solo chi non ha mai votato con le preferenze e nonostante tutto non ha studiato gli effetti. Chi ha preso il pensiero di un altro e l'ha ridetto convinto dal semplicismo del ragionamento; parole chiave: gomblotto e ka$ta. Indovina chi? il fatto è che c'è un piccolo grillino dentro ognuno di noi. Ma sappiate che c'è anche un piccolo mafioso, dentro ognuno di noi, a cui stare attenti. La celeberrima cultura dell'orticello all'italiana. 
Io se mettessero le parlamentarie nei partiti obbligatorie per legge (pensa che bello se sviluppassero l'art.49 della costituzione!) la definirei tra le migliori delle leggi possibili per l'Italia. Forse avrei fatto scattare il premio del 15% al raggiungimento del 40% di quorum di coalizione. Più doppiturni per tutti, insomma!
Poi ogni partito si fa le sue "parlamentarie", le sue consultazione interne per decidere democraticamente la graduatoria delle liste; si possono far decidere da una oligarchia di partito (tipo i 20mila iscritti al blog da più di x tempo), a tutti i tesserati dell'anno in corso o magari aperte come i puttanai a cui ci ha abituato il pd. 
Vedete, con le liste aperte io credo che non si risolva il vulnus italiano della compravendita di preferenza, dei capi rione e del voto pilotato delle grandi organizzazioni criminali, che hanno governato e governano questo paese. Se poi anziché l'uninominale c'è la preferenza multipla (per tutta la prima repubblica, 50 anni di storia, sapete come si è votato in Italia? ecco, andatevi a vedere l'abomino proporzionale a 4 preferenze!) il controllo del voto è scientifico, a livelli di dittatura. Storia, appunto, da prima repubblica. 
E comunque: chi decide che nome puoi scrivere in scheda in un dato collegio? la preferenza è sempre su un numero ristretto di rosa di nomi decisi dalle segreterie di partito. Né più, né meno. Insomma, ad ogni sistema pro e contro e la lista bloccata a collegio ristretto (4-5 nomi a collegio, pare siano intorno a 500mila abitanti) non significa non poter scegliere, quanto piuttosto stabilire l'eventuale ordine tra chi entra. 
Io credo che i governi più incisivi nel rinnovamento e nelle riforme della repubblica siano stati quelli della seconda repubblica (Berlusconi ha potuto fare cose inimmaginabili per altri periodi storici italiani): il Paese fino a prima del mattarellum (ovvero col proporzionale) ha campato di strascichi e ritocchi, di crisi di governo stabili solo perché stabilizzate dall'esterno. Dal fattore K, dalla gladio, dalla guerra fredda in generale. Con un proporzionale è impossibile infatti cambiare un qualsiasi assetto istituzionale senza stare al ricatto dei piccoli partiti dello 0,% ... quello si che, a mio avviso, non ha nulla di democratico. 
L'anomalia della rappresentanza non è il maggioritario, ma che si debbano fare le larghe intese! quelle si che sono contrarie alla volontà popolare dato che chiunque vada a votare X è perché non vuole che vada al governo Y ...e dunque il governo XY scontenta tutti gli elettori!! 
Una parlamentaria obbligatoria implica altresì che la sequenza dei 4-5 nomi che ogni partito/coalizione presenta in un dato collegio sia democraticamente scelta. Il risultato e la democraticità dei passaggi non cambiano, se non che sdoppiando il momento del voto da quello della scelta del rappresentante, si evita un po' di compravendita o comunque si raddoppia il prezziario, per così dire. Non esisterebbe più chi dice "ti do 50€ e vai a scrivere "marco lucci" vicino al simbolo Pd. Si dovrebbero mobilitare prima le persone a votare alle parlamentarie e poi (se il risultato è ottenuto e si riesce ad essere capolista) ri-mobilitare le persone a votare il pd. Come a dire che investire i primi 50€ non sono più garanzia assoluta di preferenza, ma lo sono solo se poi si esce capolista e se la gente andrà a rivotare pd. Se totò riina si candida al collegio castelli ed esce capolista ovvero come prima tra 4 nomi che il pd presenta, comprandosi le parlamentarie, forse la gente onesta sarà scoraggiata a votare pd alle elezioni! Col sistema a preferenza diretta totò riina si candiderebbe nel pd con l'avallo di qualche colluso e a suon di 50€ potrebbe avere una elezione garantita in parlamento, magari anche come ultimo degli eletti, giovandosi del gran numero di voti presi nel complesso dal pd, votato da gente che avrebbe magari voluto sostenere un altro bravissimo candidato, magari borsellino!!! 
È utile sapere che solo belgio, olanda e paesi scandinavi mantengono ad oggi il voto di preferenza, in diverse forme (tipo in olanda è obbligatorio esprimerla e in belgio invece se ne possono esprimere illimitatamente). Ovviamente, a naso, i paesi col tasso di corruzione più basso.
Il premio di maggioranza infine, è una garanzia di governabilità. Perché non solo non è possibile stare al ricatto dei Lamberto Dini e dei Clemente Mastella (pci psi pli pri dc dc dc dc nunteregghepiù!!) ma nemmeno è ipotizzabile che un partito prenda il 51% dei voti in un sistema proporzionale (altrimenti è dittatura ed io salgo sulle montagne!!). D'altronde suddetto premio non è assegnato se nessuno arriva al 35%, caso nel quale si andrebbe al secondo turno (ballottaggio). 
Inoltre vorrei aggiungere che tutto ciò va affiancato ad una riforma di "devoluzione" ancora più massiccia per una delocalizzazione del potere amministrativo sempre più avvicinato al cittadino: sempre più poteri ai "parlamenti regionali", che poi verranno riuniti nel nuovo tipo di Senato che si va profilando. Così si garantisce anche la rappresentatività alle formazioni concentrate territorialmente, che potranno non aver spazio nelle assisi nazionali per propria scelta e per propria vocazione, ma resterebbero comunque in grado di portare le proprie politiche e le istanze locali, negli spazi ufficiali e istituzionali di competenza.
Di fatto, concludendo, non mi sembra che questa legge elettorale vada verso uno schianto e verso il disastro.

ps. quando valuto una legge, nemmeno prendo in considerazione chi l'abbia proposta. Quando un prof. valuta un compito in classe, è scorretto se prima di farlo guarda la firma in calce.

pps. ricordiamo agli affezionati grillini al proporzionale e alle preferenze, che sono entrambe state sconfitte come idee da un referendum popolare. Non solo l'abolizione dei finanziamenti pubblici è stata abolita: tanto fidenamignotta quelli, quanto fidenamignotta questi. "Il mondo è come uno se lo fa in testa" e ciascuno nota solo quello che vuol notare. Ahi serva italia.

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