sabato 18 gennaio 2014

Almeno credo (nei giovani democratici)




(come un provos olandese, con una bici bianca e un a mela in mano, cambia il tuo modo di pensare e le tue azioni. Come secondo il principio esho funi: vedrai che l'ambiente cambia necessariamente per rispondere al tuo cambiamento. Istruitevi, agitatevi, organizzatevi.)




...e così in questo modo sollecitato, ho deciso di mettere insieme alcune riflessioni. Di carattere ontologico si può dire, maldestramente rigorose, sui Giovani Democratici.
Ho letto poco sull'argomento, di solito studio molto di più, purtroppo questa è l'età in cui devi leggere due tre cose e poi scrivere, sennò non stai sul pezzo e domani è già argomento passato. E infatti questo sembra già passato dagli eventi. Per questo motivo faccio passare parecchi argomenti di solito, aspettando che tornino per sapere se erano veramente fondanti oppure nuvole adatte solo a coprire il sole per qualche ora. 
Questo pare invece un argomento evergreen o vintage: ritorna; si parla di ruolo e di esistenza dei Giovani Democratici.

Abolire le tessere, abbassare i limiti di età, abolire la struttura, cambiare la terminologia usata, proposte politiche o tematiche. Una confusione metodologica che denota semplicemente uno scarso rigore analitico, probabilmente dettato dall'età tenera dei narranti. 
Credo che per impostare un discorso serio è necessario partire dal distinguere merito e metodo: il merito dipende dalle persone, il metodo sono le regole del gioco (che sempre le persone stabilisco: ben inteso). Se berlusconi è un ladro, non vuol dire che la democrazia non sia un metodo valido di governo. 
Credo che riformare i giovani democratici perché poco incisivi nelle politiche del partito democratico, ponendo come problema il funzionamento del sito, sia scorretto: i media servono a comunicare e interagire, non sono una direzione nazionale. Non solo Renzi o chi per lui non cambierà idea per un flashmob, ma non sarà l'attivazione del sito a selezionale in maniera più meritocratica una classe dirigente capace: certo l'oscurità mediatica dei gd può altresì segnalare una manifesta incapacità di stare nel tempo contemporaneo di alcuni mini-dirigenti. Come è scorretto chiedere incisività senza organi rappresentativi solidi: le primarie fanno fortune e sfortune delle persone e i rovesci di potere sono frequenti e violenti in questo modo. Diventano come i contest con l'applausometro. Vogliamo premiare merito o popolarità? (assurgere popolarità a merito è certificare che questo paese funziona per chi ha la "famiglia" più ampia) no perché poi in consiglio comunale ci può pure andare quello con più amici, ma è la logica berlusconiana del "sto nel giusto perché ho i voti". Logica per cui potremmo candidare pure totò riina (premier o segretario, poco importa nella logica dell'esempio volto a stabilire il criterio sul CHI premiare, mandare avanti). Abbiamo già sfasciato un partito con questi metodi barbari, vogliamo correggere gli errori del partito sfasciando la giovanile facendole compiere gli stessi errori? le primarie sono un fattore positivo solo ed esclusivamente per le cariche monocratiche elettive: vanno bene per un sindaco, non per un segretario locale o regionale. A meno che non abbiamo l'idea sovietica di sovrapposizione stato-partito. L'idea che vince chi ha più amici, nel paese degli amici degli amici, secondo me non può portare risultati positivi. no? non è questo il motivo per il quale si generano i capibastone locali? farli pure nella giovanile coi bulletti di 17 anni, non può risolvere niente! Perché poi alle prime primarie la struttura tiene botta e sembra una liberazioni per tutti (??), mentre appena si spargono le regole del gioco e si comprendono i meccanismi, l'apertura totale diventa prostituzione per costruttori e mmonnezzari (ogni riferimento a cerroni è puramente volontario). 
Dobbiamo avere bene in testa cosa sono i gd e quale vogliamo che sia la loro funzione. I giovani democratici come organizzazione propongono metodi diversi di selezione, rinnovano, promuovono la partecipazione dei più giovani ai temi della politica (nel senso ampio del termine, non nel senso amministrativo partitico del termine). Non a caso i circoli che funzionano di più somigliano ad associazioni culturali: fare un cineforum di autoformazione sulla legalità è una roba da giovani democratici, che prepara, seleziona e insegna un certo tipo di modus operandi rispetto ad un altro. Quel ragazzo crescendo in quell'ambiente sarà non solo un politico diverso da quello che oggi è il "politico medio", ma uno studente diverso, un lavoratore diverso, un marito diverso, un cittadino diverso. Dobbiamo formare cittadini diversi per avere un paese diverso: questo sempre se si ha l'idea di partito come guida culturale e politica di un popolo, che dunque crea le condizioni affinché il suo popolo sia più numeroso. Altrimenti è rincorsa alla pancia dell'elettorato. Ma "il popolo", "la gggente" di cui ci si riempe la bocca, continua a formarsi anche se noi lasciamo il vuoto. Abbiamo avuto come avversario chi da una antenna da milano riusciva a fare un cineforum per 10 milioni di italiani alla volta e ci siamo arresi. Spesso scoraggia fare una iniziativa in 10, ma dobbiamo credere che è necessario per formare innanzitutto noi stessi, se vogliamo essere classe dirigente di questo paese, politici nel senso di abitanti di polis, quindi cittadini, altrimenti rischiamo di cambiare un vecchio bacucco, con un giovane che usa gli stessi schemi e le stesse logiche del vecchio. Per questo tutto ciò che crea esperienza formativa culturale (e quindi politica) è gd. Tutto ciò che pone al centro il tema di fare le cose diversamente è gd, tutto ciò che è critica è gd. E l'organizzazione serve a recepire e fare sintesi. E dalle nostre parti non è che ammanchi il fermento, manca piuttosto chi riesce a recepire! Pertanto il problema ad oggi non è sulla struttura in sé, ma nelle persone. A limite può stare nei tempi.
Credo che anche sulla riduzione dell'età tesserabile la questione sia veramente becera e strumentale. Innanzitutto incalserei chi la propone, chiedendo un minimo di straccio di statistica dei tesserati: quanti sono gli iscritti under e over 25? secondo poi, non vedo perché penalizzare chi a sedicianni se ne sbatte di politica, chi a venti pensa a ballare e alla gnocca. Io mi sono iscritto e ho cominciato a militare a 20 anni: mbè? che senso ha accorciare la permanenza in una organizzazione? che senso ha mettere un segretario regionale di 24 anni che non ha mai fatto il segretario di circolo, di federazione o quant'altro? così dovrò scegliere a 20 anni se preparare il prossimo congresso leccando il culo a uno di quello che poi mi sostiene a primarie di segretario regionale (sempre di capibastone parliamo) oppure se impegnarmi sul mio territorio. Questa è la scelta che vogliamo porre? Avremmo solo segretari leccaculo del livello superiore. 

Una idea per risolvere il problema dell'ingorgo di cariche (come se non ci si formasse facendo attività in sé e se non ci si responsabilizzasse stando in segreteria senza essere proprio il segretario: mi sembra più smania da poltrona a me!) potrebbe essere semmai quello di ridurre i tempi di durata di una carica, che faciliterebbe il cursus honorem. Credo sia un problema che la durata di un mandato di segretario duri quattro anni, potrebbero benissimo farsi ogni tre anni oppure dimezzare a cadenza biennale, con possibilità di permanenza di due soli mandati. Trasformare il 4 anni in un 2+2 darebbe maggior dinamicità e ricambio. Questa mi sembra una proposta di modifica del metodo di selezione di classe dirigente, rispetto ai tempi, che costringe l'organizzazione ad un tesseramento costante su cui si possono monitorare eventuali gonfiamenti sospetti di tessere. Chiudere il tesseramento a un tempo stabilito che impedisca una maggiorazione spropositata di anno in anno, che possa prevedere un tetto massimo di ampliamento di tesseramento, diciamo del 25% ogni anno. L'apertura va affiancata alla tutela. Nel resto del mondo (dal lavoro all'università) fino a trent'anni si è più che giovani! 


Credo infine che quando uno faccia proposte in ambito amministrativo e ricopra cariche elettive, sia scorretto definirlo "deputato gd". I giovani democratici non si presentano alle elezioni: sono tutti deputati (o consiglieri di vario livello) del partito democratico e svolgono la loro attività in quanto membri del partito democratico. Se hai meno di trent'anni sei solo uno molto giovane che fa l'amministratore del pd: con una "formazione", una "provenienza" gd... che sta a significare attenta a certi temi? certo, ma non solo! sarebbe riduzionista! una riunione del pd non potrà mai definirsi giovane solo perché convocata via fb. Non chiudiamoci nello steccato del "giovanilismo".
Che sta a significare attenta a certi modi, a certi metodi. Al pd si aderisce per amministrare, per scontrarsi con certi temi convinti di essere in grado di risolverli meglio del centro destra, ok. Giovani Democratici, si è. 
Significa essere nato negli anni 90, significa non aver visto mai altro che berlusconi candidato, significa essere nati dopo che il muro era già caduto (è inutile dividerci in ex appartenenze che non ci appartengono, era la vita dei nostri genitori: noi siamo altro!). Per quanto si possa avere una mente elastica, il mondo in cui cresciamo ci forma e ci rende diversi dalle generazioni precedenti. I Giovani Democratici promuovo certi valori in questo dato mondo, nel periodo della vita in cui le menti si formano e prendono coscienza, quindi la loro funzione non può essere miserrimamente amministrare "bene" come fossero giovani marmotte, né tanto meno amministrare onesti e trasparenti perché quello lo si deve pretendere anche dall'ottantenne perché rubare è stato sempre reato e non lo è solo oggi. Lo si pretende anche dal centrodestra. Il Giovane Democratico analizza la situazione con gli occhi di oggi, la critica, cerca di convincere un suo simile che il mondo può essere diverso, se lo vogliamo. Che l'Italia può essere diversa tra vent'anni, se ci impegniamo a creare le condizioni di crescita tra noi, perché non tutti quelli che militano nei gd saranno dirigenti o sindaci, ma tutti lavoreranno, studieranno, si sposeranno, faranno figli e in definitiva vivranno questo paese da elettori e cittadini. I Giovani Democratici non fanno lotta per il potere al PD, ma fanno "formazione alla pari" per essere futuri cittadini migliori di quelli che oggi votano e amministrano gli enti pubblici come le aziende private, le asl, le università, le fabbriche e i sindacati. Poi, alcuni di loro, faranno anche i consiglieri comunali per il pd. "Essere di Sinistra non significa possedere un certificato di superiorità culturale, ma spendersi per un percorso di conoscenza collettivo e uguale per tutti."
Il rischio è diventare un comitato elettorale a caccia della pancia dell'elettorato, convinti che cambiando il politico al vertice possa cambiare una società intera, che è marcia in ogni settore, perché marcia nella cultura, che infatti si attacca al salvatore santone di turno per risorgere: salvo poi appenderlo a testa in giù quando le cose vanno male.
Senza rendersi conto che il problema del paese non è il contratto da tirocinante del ministro bray, ma la marchetta che accetti tu per svoltare. Come recitava uno slogan ripreso anche del mio assessore ai trasporti che voleva incentivare il bike sharing: "non sei imbottigliato nel traffico. TU SEI il traffico".


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