lunedì 24 febbraio 2014

#pippostayinside (prima esistere, poi avere un metodo, poi farci correre dietro)

Non sarà facile, non sarà bello e non sarà gratificante. Nessuno ce lo aveva promesso. Ma sarà giusto: ed è esattamente quello che cercavo. 
Questa è l'unica posizione per poter cambiare le cose: abbiamo solo da lavorare e se le cose non vanno come diciamo noi, bisogna impegnarsi di più. Non importa impegnarsi da quale punto e in quale modo: bisogna impegnarsi per costruire un modello alternativo di partecipazione che non sia quello del tradizionale partito e che non sia quello finto e da like su social network. 
Questo è l'obiettivo della sinistra persa e da ricostruire: come rimanere un partito dei molti, come far partecipare più gente possibile, come "ascoltare la base", come non essere populisti ma allo stesso tempo non essere il celeberrimo 3% senza popolo. Come rappresentare il tutto senza diventare una macchina clientelare del potere fine a se stesso

Questo è sinistra, questo vulnus fa rimanere a casa l'elettore di sinistra, questo è ciò che non ci fa raccogliere i pezzi dalla caduta del muro di berlino e che ci tiene uniti solo grazie ai vecchi compagni nostalgici o ai giovani arrivisti affaristi. Pochi si sono salvati dal tritacarne e solo grazie a meriti personali, alla fortuna di avere dei grandi maestri: insomma grazie al caso. 
Ci stiamo sbattendo che il Pd si sposta verso centro e poi verso destra, come fosse una deriva dei continenti inesorabile, come se il partito fosse un ente personificato con le sue gambe che cammina nonostante la volontà umana. Vi darò una notizia shock: non è così. Il Pd è fatto di persone. Nel bene e nel male. Il dramma e la paura di "morire democristiani" ha innescato atteggiamenti controproducenti, una profezia autoavverantesi: l'obiettivo infatti non è affatto essere la sinistra: più ci spostiamo a sinistra (come individui, nell'autodefinirci intendo) e più ci poniamo come argine ultimo e pertanto consentiremo l'allargamento a destra, in un partito a vocazione maggioritaria, in un moto centrifugo. IO VOGLIO ESSERE IL CENTRO. Essere centrali, essere perno, fare da baricentro di una coalizione è il ruolo a cui dovremmo aspirare; non tanto ad essere "la maggioranza", quanto innescare un moto centripeto. E non centro nelle posizioni politiche, non AL centro ma IL centro, nel senso di dettare l'agenda senza proclami, sponsorizzando un modo di prendere le decisioni, più che la decisione stessa che di volta in volta si deve prendere. Come Civati sta provando a fare.
Per anni il nostro obbiettivo "sovietico" è stato essere maggioranza del paese e quindi lo spostamento al centro sembrava quantomeno legittimo se non addirittura ovvio: volevamo il governo, più che l'egemonia culturale del paese. Dobbiamo invece rivedere la nostra meta che, credo, non debba essere il centro del paese e del parlamento, quanto piuttosto il centro dell'area culturale che si vuole rappresentare. Questa affermazione implica due conseguenze: la prima è che ci fa esistere come area culturale e quindi che ci poniamo come alternativa ad un'altra area culturale (legittimando la sua e la nostra esistenza) che definiremo berlusconiana, di finta partecipazione e populista, di destra; che potremmo chiamare anche per certi versi grillina e renziana, ma quelli sono solo tentacoli dell'onnipresenza ventennale del silvio nazionale, che hanno prodotto leader riconoscibili: il berlusconismo non è il 70% di questo paese, semplicemente è una minoranza che domina perché ha individuato la sua frattura sociale ed è lì che è maggioritaria. Un leader tracotante e spaccone che fa vincere (di chi sto parlando? di berlusconi, grillo o renzi?). Ma c'è un mucchio di gente contro, in tutti i partiti ma soprattutto a casa, brava gente che non capisce e che non si piega. Per intenderci io non credo che tutti questi soggetti debbano essere necessariamente nello stesso partito o votare la stessa cosa. Tutt'altro. La seconda conseguenza è che è necessario trovare un metodo di partecipazione diverso, che ricostruisca il senso della parola democrazia, che dia un senso all'agire comune, che ci faccia percepire la possibilità di incidere sul serio. E il mio obbiettivo di uomo di sinistra è trovare questo metodo e far si che tutti gli altri lo usino, "essere egemonia culturale" in questo. Creare un'area culturale diversa dal centrodestra. Leader in grado di includere, ascoltare, interpretare, fare sintesi: non stare in sintonia mistica (B.), né esserne il messia liberatore (GG! alias GiuseppeGrillo), né prenderli per stanchezza minoritaria (facce vice matte' R!). Vi ricordate quando ci dicevano che imitando il berlu, l'elettore avrebbe preferito l'originale alla copia? quello si chiama dettare l'agenda politica: lui esisteva, noi no. GG l'ha superato in quanto a invasamento dei partecipanti ed esclusione dei dissidenti. A Matteo vorrei ricordare che "nzi Re", che dalle parti mie significa "non sei Re" ma che è un buon gioco di parole per Re-nzi: il finto unanimismo affarista di sinistra, brucia leader e tu l'hai presi solo per stanchezza!

Inventare un modo e far si che lo usino tutti gli altri: questo è entrare nella terza repubblica, nell'era democratica nuova, modernizzare il paese. E questo è il compito progressista della sinistra, storico, emancipare le masse, renderle partecipi della vita pubblica e mettere a disposizione di tutti la possibilità di capire e di esprimersi. Lo scopo del socialismo europeo non può essere che questo, a prescindere dalla identità che è importante per un partito (e soprattutto per il pd) e dal programma.
Ovviamente il metodo di destra è "uno solo (quasi sempre lo stesso) al comando" e tutti gli altri in poltrona; e passa per la spettacolarizzazione disarmante: noi, come sempre, 10 anni dopo del resto del mondo, che del reaganismo e del thatcherismo si è liberato quando noi abbiamo cominciato il berlusconismo. E tra l'altro noi ce lo siamo portati appresso per 20 anni (anziché per 10) e perciò oltre al ritardo dobbiamo aggiungere la perseveranza (diabolica)!
Quando arriva il modo di sinistra? chi lo elabora? 

questo non so dirvelo! ma so che qualcosa si muove e probabilmente anche grazie a GG, che con la paura del fascismo (quello suo più credibile di quello di Larussa, Storace, Mussolini Alessandra e B messinsieme) ci ha stimolato nel ragionamento.
So solo che Barca ha dato un grande spunto con la Mobilitazione Cognitiva, che le Doparie sono una gran cosa e che Civati ci sta provando concretamente nei suoi incontri e sul suo blog personale. 
Per questo uscire dal pd sarebbe un peccato (Sel, Prc, PdcI esistono già, chi vuole potrà votarli: non è questo il punto per l'elettore/militante!). A me interessa che si crei un metodo e che diventi "virale", per usare un termine medico preso in prestito dalla tecnologia: se questo metodo diventasse maggioritario nel pd, sarei addirittura una persona felice di votare! Per questo non bisogna fare la scelta personalistica della poltrona, la scelta identitaria della fuoriuscita "rosicona", ma bisogna stare là dove stanno il maggior numero di scontenti ai quali proporre non una nuova persona, ma un nuovo metodo! E quale posto più stracarico di scontenti e delusi che il pd? è qui che bisogna stare perché il nostro obiettivo, tornando all'inizio, non è dichiararci di sinistra: io che sono di sinistra lo so e nessuno me lo toglie; lo sono mentre vivo più che quando voto e credo che sia più importante; non ho crisi di identità in merito e le chiacchiere da pendolare non mi hanno mai intaccato. 
Il nostro obiettivo non è andare verso il centro, ma essere centrali. Spostarsi a sinistra implica lasciare la centralità della scacchiera ad altri che si sentiranno legittimati a spostarsi sempre più a destra tanto quanto noi siamo spostati a sinistra: per questo il centro voglio essere io, per legittimare una alleanza e la smania di governare che fermi i suoi tentacoli all'interno del pd. Per fare questo ci samo inventati la "vocazione maggioritaria" e logica delle alternanze. Ci dicevano che il problema del pd erano rutelli e binetti, ma la vera catastrofe è arrivata con la fuoriuscita di questi soggetti e la presa di centralità dei franceschini. Quella gente politicamente poneva un argine, anche se è difficile da credere (argine che oggi a quanto pare è stato prima di monti e casini, sempre di binetti stiamo parlando, e oggi addirittura Alfano!). Ok, allora torniamo alla logica della coalizione e perdiamo l'aspirazione maggioritaria: periodo bersani, la sinistra che governa il pd. Sel compagno fidato, ma di contrappeso si fa l'occhietto strizzato a casini/monti (allargamento a sinistra = allargamento al centro). Anche qui, la smania di essere maggioritari nel paese e nel parlamento, la smania di governare (che bersani evidentemente non ha avuto, ormai è storia) ci ha portato ad un nostro decentramento e alle larghe intese (avallate da grillo che con bersani manco ci parla, manda i capigruppo, e invece con renzi va in prima persona a fare lo show) senza uno straccio di consultazione che non siano state le primarie frequenti del pd, che hanno sancito una linea (?) poi sempre disattesa (perché le primarie santificano in maniera plebiscitaria una persona e mai un "programma").
Tutto questo perché, pur nella mia identificazione con la sinistra, manca un metodo che possa "proteggere" e fare scudo e non presti il fianco. Perché siamo perdenti e minoritari? forse! Ma soprattutto siamo senza popolo! perché per non essere populisti non abbiamo un popolo! ma davvero ci manca il popolo della sinistra? o forse piuttosto manca la possibilità di questo popolo di potersi esprimere e di sentirsi coinvolto? un modo che non sia lo strillo dal balcone, il proclama dal predellino o il like sul blog! Non mancano dirigenti e brave persone, e non manca il popolo della sinistra: manca un metodo che possa tessere le fila di un'area culturale. Per questo ci piace il documento di Barca, il blog di Civati, la proposta delle doparie (magari diventassero centrali insieme a noi e non rimanessero periferiche o peggio fuoriusciti come noi!)
Dentro o fuori il pd, chi vuole adoperarsi per questo obiettivo comune può farlo. Io credo che qualcuno nel pd dovrà pur farlo: sarà il compito più difficile ed il lavoro più sporco. Ma è necessario. Speriamo che nel frattempo associazioni, patronati, partiti e singole persone lavorino per la stessa esigenza della sinistra, ciascuno dalla sua posizione. Anche nella vita privata battersi per un metodo di inclusione e partecipazione che contrasti le destre e i populismi, che sia incisivo, democratico, partecipativo della gggente, della massa (le ho usate tutte le parole chiave per i nostalgici?). 
Questo distingue un'area culturale da un'altra: il metodo. La democrazia è un metodo da contrapporsi alla monarchia o all'oligarchia (magari ad averceli, gli aristoi!). Dal momento che abbiamo scelto di abbattere dittature, tirannidi e monarchie, non ci rimare che saper distinguere tra oligarchia e democrazia. Perché la democrazia è una cosa di sinistra, mentre l'oligarchia mascherata da democrazia (la mafia e la massoneria berlusconiana) e l'oclocrazia (grillista), sono cose di destra. 
Orsù compagni, ognuno al posto che preferisce, ma tutti con lo stesso obiettivo senza criminalizzare l'altro, abbiamo bisogno di tutto e tutti affinché un nuovo metodo diventi egemonico nella nostra caotica area culturale, perché smetta di perdere pezzi e perché sia credibile. Perché sia più centrale e meno centrista, bisogna partecipare.
Al lavoro e alla lotta.


*in foto Method_man e Red_man, celeberrimi rapper del wu-tang clan (uomo metodo e uomo rosso)

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