martedì 22 settembre 2015

Alice, Miss Italia

La nuova missi Italia, Alice Sabatini classe 1996, è un genio. Tutti hanno visto il video, anche se in differita, delle sue esternazioni in merito alla domanda: "in quale periodo storico saresti voluta vivere?" in cui lei ha risposto che il 1942 poteva essere un bel periodo, tanto la guerra la facevano solo gli uomini e lei avrebbe voluto vedere cos'è stata quella guerra, dopo averne letto tante pagine.



Nel 2015 al tema di maturità è uscito I Sentieri dei Nidi di Ragno, di Calvino e non vorrei sbagliare i calcoli ma questa ragazza di diciannove anni ancora da compiere dovrebbe appena essere uscita dalle superiori.
Ammesso che la metà dei diciannovenni di questo paese non saprebbe dire quando c'è stata la seconda guerra mondiale, a me la sua esternazione non ha fatto scandalo per due diverse ragioni: una più solita, che mi ripeto spessissimo in molte occasioni e l'altra più contingente a questa giovane.
Innanzitutto ricordiamoci che l'hanno premiata perché è bella e non le hanno dato una laurea ad honorem: a dario Fo non gli hanno mica chiesto di fare il quadro svedese prima di dargli il Nobel alla letteratura e a Cristoforetti l'hanno mandata nello spazio senza che sapesse portare i tacchi, come si passa a Totti lo sbigottimento quando sente qualcuno parlare inglese. A ciascuno il suo mestiere. Esistono belli e brutti come esistono gli stupidi e gli intelligenti: la storia che studiando nella stessa medesima scuola possiamo tutti diventare dei geni, è una balla. Tutti hanno diritto all'istruzione come tutti hanno diritto di fare sport, ma in pochi arrivano al Nobel, pochi diventano Totti e una sola ogni anno miss Italia. Per quanto io possa studiare, allenarmi, impomatarmi, non sarò mai né un dottore, né uno sportivo, né mr Italia. Sto ancora cercando la disciplina nella quale eccello, fallendo miseramente questa ricerca ad ogni anno che passa. E vi dirò di più: nessuno potrà mai convincermi che l'intelligenza è migliore della bellezza come può dimostrare ognuno di voi che va in palestra per tenersi in forma, spendere in abiti del sabato sera, come dimostra il vostro bullizzare un ciccione, come dimostrano tutte le pubblicità che tentano di vendervi qualcosa in cui ci mettono una turbofregna/o. A tutti piace la bellezza e la gioventù, pochi di voi leggono il giornale e pochissimi un libro. Cala il numero degli iscritti all'università e vi dirò di più, la maggior parte degli studenti che ho conosciuto avevano come obiettivo una professione. Negli open day delle università scrivono come prima cosa, in grassetto e in bella mostra: SBOCCHI PROFESSIONALI. Lo studio è finalizzato all'inserimento lavorativo, per farci divenatare muli eccellenti, è una specializzazione in più, una professionalizzazione, è una scuola arte e mestieri un po' più difficile. Anche io per lungo tempo sono stato imbarazzato alla domanda: "si ma dopo che fai co antropologia?". Mi sono sempre vergognato inconsciamente di ammettere che in realtà mi piacevano tutte le cose che mi aprissero la mente ed era il motivo principale per il quale al liceo andavo male in alcune materie e bene in altre. Perché sono uno sciocco e non finalizzo lo studio al profitto, né al fantomatico sbocco. Lavoro quel che c'è da lavorare, pulisco anche i cessi, ma studiare è altro: io studio quello che mi piace. Anche ad educazione fisica facevo la stessa cosa, sia ben inteso. Nei giochi di squadra sono sempre stato una mezza cartuccia, particolarmente nel calcio: volevo fare sempre atletica leggera. Pur essendo un soldo di cacio preferivo il salto in alto al pallone, la corsa ad ostacoli alla pallavolo. 
Ma tornando a noi, belli e brutti, atletici e scoordinati, intelligenti e scemi. Al mondo non siamo tutti uguali e ogni caratteristica che madre natura ci dona è uguale all'altra pure nel suo epilogo: la vecchiaia si porterà via nel 90% dei casi la vostra bellezza, atleticità, intelligenza. E perché una dovrebbe prevalere sull'altra? Allenarsi, tenersi belli, studiare: nessuna delle tre è facile e regalata e certo in ciascuno dei tre ambiti devi partire ben messo dalla nascita, per eccellere davvero, altrimenti ti ritrovi in una decorosa mediocrità, come me. Vogliamo aggiungere a queste categorie la sensibilità? la simpatia? Perché se uno è bello, come miss Italia, deve pure dimostrare di essere intelligente per essere premiato ad un concorso di bellezza? e poi perché non simpatico? perché non sensibile? e se Amendola le avesse chiesto di improvvisare una gara di ottave sciolte con le altre due finaliste? Ma voi a 19 anni in tv in una finale di bellezza sareste stati più spigliati e pronti?
L'altra ragione, più contingente alla carinissima Alice (che ha un tatuaggio orribile e i capelli corti, forse per questo avremmo dovuto linciarla sui social più che per le sue parole), è quella della guerra nello specifico. Viviamo nella società con la pace più duratura di sempre, più lunga della pax augustea. Quelli nati nel 1996 non hanno memoria nemmeno della guerra in Bosnia, dietro casa nostra, come i loro genitori non hanno quella della seconda guerra mondiale. Anzi dirò di più: quasi tutti i nonni di quelli del 1996, sono nati dopo quel 1942 e non hanno un ricordo in prima persona della guerra. Il loro mondo è epurato dalla guerra tanto che sarebbe stato più imbarazzante a mio avviso se questa ragazza di 19 anni avesse voluto la pace nel mondo, sarebbe stato davvero banale e solo riferito alle scene dei profughi siriani manganellati dai magiari. 
Penso sempre, davanti a queste scene, se tutti quelli che hanno avuto da ridire avrebbero avuto comunque da ridire se la risposta fosse stata diversa: "la mia risposta è sempre si" (cit. Ligabue).

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